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31 DICEMBRE 2011: TRAPIANTI, TAGLIO DEL 70% DEI FONDI ALLE REGIONI

 

Dr Alessandro Nanni Costa

MILANO – Ammonta a oltre 3 milioni di euro, pari al 70% circa, il taglio dei fondi destinati alle regioni per la rete dei trapianti, deciso nel 2010 dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, ma divenuto effettivo in questi giorni, con la seduta della Conferenza Stato-Regioni del 21 dicembre scorso. Ma, come rileva il direttore del Centro nazionale trapianti, Alessandro Nanni Costa, ''sono rimaste le risorse per formazione e sicurezza, attività fondamentali per la nostra rete''. Il provvedimento approvato riguarda i fondi da ripartire tra le regioni per la rete trapiantologica e del sangue. Come ha spiegato il ministero della Salute in una nota, ''per il settore trasfusionale gli stanziamenti sono stati erogati dopo che il Centro nazionale sangue ha verificato il raggiungimento degli obiettivi di sistema fissati all'inizio del 2011. Per il settore trapianti gli stanziamenti ripartiti tra le Regioni sono destinati anche alle attività di formazione del personale sanitario e allo sviluppo di progetti per la sicurezza trapiantologica''. Anche se si tratta di tagli ''lineari robusti – spiega Nanni Costa – decisi nel 2010 per il futuro, siamo contenti perché questo Ministro, in un momento di difficoltà economica, ha mantenuto tutti i fondi che poteva mantenere e gli impegni presi. Inoltre il ministro della Salute Balduzzi ha sottolineato l'importanza della rete sangue e trapianti, nonché della terapia trapiantologica per le persone sieropositive. Tutti segnali che interpretiamo positivamente''. www.blitzquotidiano.it


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23 DICEMBRE 2011 - SIENA: DOPPIO TRAPIANTO DI RENE, UNA DELLE COPPIE COINVOLTE E’ DEL VITERBESE, INTERVENTO SVOLTO CON LA MODALITA’ CROSSOVER

 

Il viterbese sottopostosi al trapianto insieme all'équipe del policlinico di Siena

C’è una coppia di viterbesi tra i pazienti sottopostisi all’eccezionale trapianto di rene dell’ospedale Le Scotte di Siena. L’intervento, delicatissimo, è il primo realizzato nella cittadina e uno dei pochissimi in Italia. Si tratta di un trapianto in modalità cross-over. Una sorta di donazione incrociata tra due coppie di persone, in questo caso madre-figlia e moglie-marito. Ognuna delle due coppie era composta da un paziente in attesa di trapianto e un parente aspirante donatore non compatibile. Il doppio trapianto è stato eseguito tra il donatore di una coppia e il ricevente di un’altra, una volta accertata la compatibilità incrociata. I due coniugi sono originari del Viterbese, mentre nell’altro caso la mamma-donatrice proviene dalla Romania e la figlia vive a Firenze. A eseguire il trapianto, i medici dell’equipe di Chirurgia Trapianti Rene, diretta dal professor Mario Carmellini, coadiuvato dai chirurghi Andrea Collini e Giuliana Ruggieri. “Abbiamo lavorato in contemporanea su più sale operatorie eseguendo di fatto quattro diversi interventi chirurgici - spiega Carmellini – due prelievi di rene con tecnica laparoscopica e due trapianti, con grande lavoro di squadra e impegno professionale di tantissime persone. Sia i donatori che i trapiantati stanno bene e potranno tornare a casa prima di Natale”. Gli interventi sono stati realizzati con la preziosa collaborazione della Nefrologia, diretta da Guido Garosi e dell’Anestesia, diretta da Pasquale D’Onofrio. Ogni donatore ha offerto il proprio rene in virtù del grande amore nei confronti della persona cara: una mamma ha donato per la figlia e una moglie ha donato per il marito. “Nel primo caso - aggiunge Collini – la mamma proviene dalla Romania e la figlia vive ad Arezzo, nel secondo caso moglie e marito sono della provincia di Viterbo ma il gesto d’amore che lega queste persone va al di là della provenienza geografica e assume un valore universale, un gesto gratuito e generoso”. Le indagini di compatibilità immunogentica sono state effettuate all’ospedale Careggi di Firenze mentre tutti gli approfondimenti diagnostici sono stati condotti dalle diverse unità dell’ospedale senese. Il centro trapianti di rene di Siena è il quarto in Italia per numero di trapianti effettuati da donatore deceduto, dopo Torino, Padova e Novara ed è quindi il primo del centro-sud: da maggio del 2000 a oggi sono stati effettuati 542 trapianti, 61 quelli di quest’anno grazie proprio a un forte incremento dei trapianti da donatore vivente. “Il trapianto cross over - conclude Carmellini – è piuttosto complesso da organizzare perché oltre alla compatibilità genetica e alle valutazioni cliniche e immunologiche è necessario analizzare molti altri aspetti di tipo etico, sociale, psicologico e medico-legale”. Da Tusciaweb.eu

 


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19 DICEMBRE 2011 ASL RM H OSPEDALE ANZIO-NETTUNO INAUGURATO IL NUOVO REPARTO DI NEFROLOGIA E DIALISI

 

Alla presenza del Direttore Generale della ASL RM H Dr Alessandro Cipolla, del Direttore Sanitario Dr Amedeo Cicogna, del Sindaco di Anzio Luciano Bruschini e del Sindaco di Nettuno Alessio Chiavetta è stato inaugurato il nuovo reparto di nefrologia e Dialisi dell'ospedale di Anzio-Nettuno. La struttura sostituisce la vecchia attiva dal 1972 ed è collocata nel nuovo padiglione "Faina". Restano invariati i posti dialisi, ma l'ampiezza dei locali con stanze dedicate ad ambulatori, e per l'addestramento alla dialisi domiciliare peritoneale, consentirà una maggiore attività della struttura. Soddisfatto il responsabile della Struttura il Dr. Franco Della Grotta.

 


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9 DICEMBRE 2011 VALMONTONE HOSPITAL STRISCIA LA NOTIZIA PER L'APERTURA DEL CENTRO DIALISI

 

Il Valmontone Hospital è una gestione sperimentale pubblico-privata del Presidio Ospedaliero di Valmontone, a tale scopo, nel 2005, fu costituita una società formata da capitale pubblico (20% Asl Roma G, 31% Comune di Valmontone) - che portò in dote la struttura del vecchio ospedale cittadino, chiuso da anni e privato (49% Magis Hospital, scelta con l’evidenza pubblica). Il progetto della struttura prevede, tra l’altro, 12 posti per l’emodialisi, quale Unità di Dialisi Decentrata dell’ospedale di Colleferro. Il Valmontone Hospital fu inaugurato, centro dialisi compreso, il 17 settembre 2006, dall’allora Assessore regionale alla Sanità Augusto Battaglia, dal Direttore Generale della ASL Roma G e da tutte le autorità locali. La cerimonia avvenne sotto una pioggia torrenziale e, in quanto «bagnata», nelle dichiarazioni delle autorità intervenute – ritenuta fortunata! Qui si potrebbe chiudere la storia della dialisi a Valmontone. Dal 2006 nulla è più accaduto, le vicende regionali, la cieca burocrazia, hanno fatto si che il centro non fosse mai aperto, per cavilli, più o meno fondati, ad oggi almeno 20 persone potrebbero usufruire del centro dialisi, ma sono costrette a recarsi in centri lontano anche nella provincia di Frosinone. L'associazione da anni segue la vicenda. Vedi il filmato sul sito di striscia la notizia http://www.striscialanotizia.mediaset.it/

 


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5 DICEMBRE 2011: DUE NOTIZIE POSITIVE CHE FANNO SPERARE

                               Spagna: è record di trapianti, 94 effettuati in 72 ore.

                               Veneto: trapianti: superata quota 400, crolla il no alla donazione

 

ANSAmed - Madrid, 5 DIC - Novantaquattro trapianti di organi provenienti da 36 donanti in 42 ospedali mobilitati e in sole 72 ore: è il nuovo record registrato in Spagna dal 23 al 25 novembre dall'Organizzazione Nazionale Trapianti (Ont), che conferma il primato della Spagna a livello europeo. Dei trapianti, 48 sono stati di reni, 23 di fegato, 8 di polmone, dei quali la metà bi-polmonari, e uno doppio di cuore e polmone, 2 di cuore, 3 di pancreas e uno di intestino. Secondo il direttore della Ont, Rafael Matasanz, le cifre "confermano la solidità dell'intero sistema sanitario nazionale" iberico. Due dei pazienti destinatari degli organi erano in 'urgenza zero', che significa che sarebbero morti se non si fosse proceduto all'impianto del nuovo organo. Dei 39 donanti, due erano stranieri e altrettanti erano rimasti vittime di incidenti stradali. Matasanz ha confermato che, nel 2011, il numero di trapianti in Spagna aumenterà fra il 6 e l'8% rispetto allo scorso anno.

Quotidiano Sanità.it, - 05 DIC - Se non ci saranno imprevedibili sorprese nell’ultimo scorcio dell’anno, la sanità veneta supererà ampiamente a fine 2011 la soglia d’eccellenza dei 400 trapianti d’organo. La notizia è emersa dal vertice del “Sistema Trapianti Veneto”, tenutosi lo scorso 2 dicembre a Villa Nievo Bonin Longare di Montecchio Precalcino, per fare il punto della situazione. Secondo i dati elaborati dal centro regionale al 31 ottobre, rispetto allo stesso periodo del 2010, i donatori effettivi sono saliti da 99 a119 e quelli utilizzati da 98 a110. Alla stessa data, i trapianti già effettuati sono stati 348, con una media di 35 interventi/mese: proiettando il trend da ottobre a fine dicembre, quota 400 verrà ampiamente superata. Importanti i risultati raggiunti dalla Banca degli Occhi, che tra gennaio e giugno 2011 ha raccolto circa 2000 cornee, pari al 50% del fabbisogno nazionale. Un dato eccezionalmente positivo riguarda il crollo dei dinieghi alla donazione la cui percentuale è scesa al 14% rispetto al 31,2% del 2010 e al 29% nazionale. “Un segnale assolutamente significativo – ha detto l’assessore alla Sanità, Luca Coletto – che testimonia da un lato la proverbiale generosità dei veneti e dall’altro il successo della grande collaborazione tra Regione, Centro trapianti e associazioni di volontariato per informare la popolazione e far crescere, grazie alla corretta informazione la cultura della donazione.

 

 

 

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3 DICEMBRE 2011: ASL FROSINONE OSPEDALE SORA - TORNA DALLA VISITA AL CENTRO TRAPIANTI E NON TROVA LA DIALISI DISPONIBILE.

 

Pensavamo che questi episodi erano un ricordo del passato, invece accadano ancora, nonostante le normative, nonostante ci dicono che bisogna risparmiare, nonostante .........

L'articolo in formato scaricabile

 

 

 

 

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28 OTTOBRE 2011: ASL FROSINONE OSPEDALE FROSINONE - LA DIALISI PERITONEALE NON CHIUDERA'! MA DOVEVAMO SAPERLO DALLA STAMPA.

 

Il Direttore Generale Dr. Carlo Mirabella

Abbiamo posto il problema della dialisi peritoneale nella ASL di Frosinone con lettera del 12 settembre scorso, quando siamo riusciti a leggere la bozza dell'atto aziendale, dove nell'ospedale di Frosinone non era più inserita la Unità Operativa di Dialisi Peritoneale, mentre lo era presso l'ospedale di Cassino. Abbiamo atteso una risposta, invano. Finché nell'atto aziendale, approvato il 30 settembre scorso, abbiamo letto che entrambe le 2 Unità Operative era state soppresse. Siamo rimasti nella attesa di una risposta che tranquillizzasse le persone in cura, inutilmente. Fino a quando un gruppo di persone interessate non hanno coinvolto il sindacato UGL sanità, che ha pubblicato un articolo sul Il Tempo. Allora è arrivata la risposta, sotto forma di comunicato stampa riportata sempre dal quotidiano Il Tempo.

"FROSINONE Dopo la segnalata preoccupazione dei tanti pazienti della Ciociaria dializzati che temevano l'interruzione della dialisi peritoneale a seguito del nostro intervento sul caso e le espresse notizie sindacali su un servizio necessario e insostituibile, qual è quello della dialisi peritoneale, interviene con la massima tempestività a tranquillizzare i pazienti l'Asl frusinate che con una nota comunica: «Desideriamo tranquillizzare i nostri pazienti sul fatto che le prestazioni erogate dalla U.O.C. di Nefrologia e Dialisi - in cui è inserita l'Unità Semplice di dialisi peritoneale - continueranno ad essere assicurate a prescindere dalla configurazione interna che l'Unità Complessa andrà ad assumere. Infatti se è vero che il nuovo Atto aziendale non prevede più l'Unità Semplice è altrettanto vero che l'Unità Operativa Complessa è istituzionalmente preposta ad effettuare le metodiche dialitiche previste: emodialisi e dialisi peritoneale. Questo vale anche per gli specialisti che in essa operano e perciò, dal punto di vista operativo, non cambierà nulla: non si disperderanno le competenze professionali acquisite e non verranno eliminate le prestazioni di dialisi peritoneale». Fin qui il chiaro comunicato dell'ufficio stampa. Infatti proprio la paventata soppressione della struttura semplice di dialisi ha destato scalpore tra gli utenti. Con questa nota dell'Azienda Sanitaria frusinate sempre sensibile a avvisare tempestivamente i propri utenti sui cambiamenti dei servizi finalmente ritorna il sereno tra i dializzati che ora possono tranquillamente proseguire nelle cure e prestazioni in atto. Tutto bene quel che finisce bene specialmente in ambito sanitario. Il Tempo.it 28/10/2011 Silvano Ciocia ".

Domanda: Ma il Direttore Generale Dr. Carlo Mirabella, queste cose non poteva scriverle all'associazione un mese fa? Era necessaria l'indignazione delle persone e la figuraccia sulla stampa locale?

 

 

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22 OTTOBRE 2011 - STRASBURGO: OGNI GIORNO MUOIONO 12 PERSONE IN LISTA DI ATTESA PER UN TRAPIANTO.

CONSIGLIO D'EUROPA, 22 OTTOBRE GIORNATA EUROPEA DONAZIONE ORGANI.

 

STRASBURGO - Ogni giorno in Europa, nonostante tutti i progressi compiuti dalla medicina, muoiono 12 persone che sono in lista d'attesa per ricevere un organo. In totale oggi ci sono in Europa 56 mila persone che stanno attendendo di ricevere un organo che possa salvargli la vita o comunque migliorarne sostanzialmente la qualità.

E' per attrarre l'attenzione su questa realtà che il Consiglio d'Europa sin dal 1998, organizza in collaborazione con uno Stato membro diverso ogni anno, una campagna di sensibilizzazione che trova il suo culmine nella giornata europea della donazione e del trapianto di organi, che viene celebrata domani (oggi NDR).

Per quanto riguarda l'Italia, uno dei paesi europei con il maggior numero di trapianti ogni anno, nel 2010 sono morte 511 persone che erano in attesa di un organo. Il dato è contenuto nel rapporto annuale mondiale sui trapianti presentato oggi a Strasburgo.

In particolare, in Italia 159 persone attendevano un rene, 195 erano in lista d'attesa per un fegato, 98 avevano bisogno di un cuore e 59 erano in attesa di un trapianto di polmoni. Come sottolineato da uno dei principali esperti mondiali in materia, il dottor Rafael Matesanz, direttore del Organizzazione spagnola per i trapianti (Ont) - che ha realizzato il rapporto in collaborazione con il Consiglio d'Europa - l'Italia potrebbe fare molto meglio di quanto fa finora se tutte le regioni fossero in grado di riorganizzare il sistema, come è già stato fatto in Toscana. Inoltre, le regioni dovrebbero migliorare le procedure per ottenere il consenso delle famiglie all'espianto.

Con la giornata europea della donazione e del trapianto di organi, il Consiglio d'Europa - che lavora su queste tematiche dagli anni Cinquanta - vuole da un lato incoraggiare il dibattito sul tema e dall'altro stimolare soprattutto i ministeri della salute affinché sviluppino e promuovano delle procedure trasparenti ed etiche che salvaguardino il bene e il rispetto sia dei donatori, sia di coloro che ricevono gli organi.

Per migliorare l'informazione su questo tema il Consiglio d'Europa ha elaborato un kit che può essere trovato all'indirizzo Internet www.europeandonationday.org ANSA 21 ottobre, 16:49

 

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12 OTTOBRE 2011: Assistenza, LA CORTE DEI CONTI BOCCIA LA DELEGA

 

Pietro Barbieri (Fish): «Per una volta non abbiamo nulla da aggiungere»

La Commissione Finanze della Camera ha chiesto un parere alla Corte dei conti sul disegno di legge delega di riforma fiscale e assistenziale, al vaglio in questi giorni. La Corte ha formalizzato il suo parere in una articolata delibera. Sorvolando sulla parte fiscale, sulla quale comunque vengono espresse pesanti critiche, la Fish si sofferma su ciò che riguarda la delega assistenziale su cui la Corte sentenzia una sonora stroncatura.

Secondo la Corte dei Conti, quella proposta più che una riforma è un obiettivo di risparmio e di taglio dagli esiti incerti e dagli effetti imponderabili. Nella spesa sociale ci sarebbe ben poco da risparmiare, essendo l’ammontare complessivo attestato sui 30 miliardi, 40 se si considerano anche alcune prestazioni previdenziali come la reversibilità.

Poco praticabile sarebbe l’applicazione di limiti reddituali e patrimoniali per la concessione dell’indennità di accompagnamento e per le pensioni di invalidità. E su queste prestazioni monetarie la Corte annota come esse facciano parte di “una politica ‘nascosta’ di contrasto alla povertà, compensativa di un’offerta di servizi non sempre adeguata e uniformemente distribuita sul territorio”.

E invita alla prudenza: il rischio è che il risparmio ottenuto si ripresenti come esigenza di servizi adeguati ad una prevedibile impennata del fenomeno della non-autosufficienza.

Osservazioni molto critiche anche sul “fondo per l’indennità sussidiaria” che, come prevede il disegno di legge, dovrebbe essere ripartito fra le regioni con “standard definiti in base alla popolazione residente e al tasso d’invecchiamento della stessa nonché a fattori ambientali specifici”.

Secondo la Corte, il contingentamento della spesa per l’indennità di accompagnamento ribalta sulle regioni l’onere di compensare tutte le esigenze assistenziali e di sostegno che si presenteranno in futuro.

In un crescendo di critiche si giunge alla questione dei livelli essenziali di assistenza. Questi non sono definiti e ciò rischia, secondo la Corte, di portare ad una ulteriore compressione delle politiche a sostegno dei non autosufficienti.

Lucida l’analisi della storia più recente. La Corte rammenta come gli interventi di assistenza abbiano subito, negli ultimi anni, rilevanti tagli: “il mancato rifinanziamento del fondo per le autosufficienze, la riduzione degli stanziamenti per il fondo politiche sociali e per la politica abitativa hanno già sensibilmente inciso sul quadro degli interventi in ambito locale”.

Per una volta la FISH non ha nulla da aggiungere – commenta con soddisfazione Pietro Barbieri, presidente della Federazione – salvo esprimere la soddisfazione di leggere motivazioni che da anni sosteniamo espresse dal massimo organo di giurisdizione contabile”. Da Vita.it

 

 

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27 SETTEMBRE 2011: LA ASL RM D NEGA L’ACCESSO AGLI ATTI DELLA GARA PER L’AFFIDAMENTO DEL SERVIZIO DI TRASPORTO DA E PER I CENTRI DIALISI. L’ASSOCIAZIONE SCRIVE AL PRESIDENTE POLVERINI

 

Mentre tutti parlano di trasparenza degli atti amministrativi, la ASL ROMA D nega all'associazione l'accesso agli atti relativi alla gara per l'affidamento del servizio di trasporto collettivo da e per i centri dialisi. Infatti, inaspettatamente, con nota del 12 settembre scorso la Dottoressa Graziella Ansuini Dirigente UOC Affari Generali studi e documentazione, ha accolto la richiesta di accesso al testo della delibera, peraltro, già pubblicata sul sito della Regione Lazio, ma ha negato l’accesso agli allegati, citati nella delibera. Ci siamo domandati: cosa contengono di tanto “riservato” i verbali della commissione aggiudicatrice che non possono essere letti? Cosa contengono gli allegati relativi all’offerta economica delle società partecipanti? Cosa contiene il contratto stipulato tra la ASL e l’azienda aggiudicatrice della gara che non può essere letto?

Sicuramente niente di anormale, ma non lo sapremo mai. Abbiamo quindi deciso di scrivere al Presidente Renata Polverini affinché i cittadini della Regione Lazio, ai quali vengono chiesti continui sacrifici per ripianare i debiti sanitari e che spesso leggono della necessità di attuare la trasparenza degli atti amministrativi, sappiano. (leggi l'intero carteggio con la ASL RM D)

 

 

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23 SETTEMBRE 2011: ALLARME DELLA SOCIETA' ITALIANA NEFROLOGIA, A CONGRESSO A GENOVA

 

Dot. Rossana Coppo

Le malattie renali meritano un'attenzione pari se non superiore a quella riservata al tumore. Perché in Italia all'insufficienza renale si sopravvive meno che al tumore: il tasso di sopravvivenza dei dializzati italiani è, infatti, del 55%, contro l'84% del cancro alla mammella, il 70% di quello al colon, il 63% di quello al rene. A sostenerlo è la Società Italiana di Nefrologia (Sin), riunita a Genova per il suo 52/mo Congresso. Sulla base dei dati aggiornati a tutto il 2009, in Italia le persone in dialisi sono 45mila; coloro che hanno subito un trapianto di rene sono quasi 16mila (15.793 a tutto il 31 dicembre 2010); e sono tra i 5 e i 6 milioni gli italiani che soffrono di un danno renale. (ANSA)

“Sono dati che devono fare riflettere – ha precisato la presidente della Sin Dottoressa Rosanna Coppo. Ci dicono che quando i reni funzionano solo al 50%, la probabilità di malattie cardiovascolari o di andare incontro a un infarto aumenta di dieci volte”. (da Genova24.it)

 

 

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13 SETTEMBRE 2011: REGIONE LAZIO IX COMMISSIONE: POLITICHE SOCIALI. PROPOSTA DI RIFORMA DEI SERVIZI SOCIALI, PRIMO GIRO DI AUDIZIONI, ASCOLTATA L'ASSOCIAZIONE MALATI DI RENI

 

13/09/11 - "I lavori sulla riforma dei servizi sociali sono entrati nel vivo. Con questa legge che attende da dieci anni di essere varata tutto il sistema sarà finalmente razionalizzato e i servizi saranno equanimemente distribuiti su tutto il territorio regionale". Così il presidente della Commissione Lavoro e politiche sociali, Maurizio Perazzolo (Lista Polverini), a conclusione delle audizioni che si sono svolte oggi alla Pisana sulla proposta di legge regionale n. 226 d'iniziativa della Giunta regionale, concernente il "Sistema integrato degli interventi, dei servizi e delle prestazioni sociali per la persona e la famiglia nella Regione Lazio". "Procederemo con le audizioni di tutti- ha proseguito Perazzolo -, in modo da arrivare a una legge quadro che sia condivisa da tutte le associazioni e da tutti gli enti interessati e apprezzata da tutte le famiglie della Regione Lazio". Alla presenza dell'assessore alle politiche sociali, Aldo Forte (Udc), oggi sono stati ascol-tati: il presidente dell'Associazione Juppiter (Fondazione Exodus), Salvatore Regoli; il direttore dell'Aiop - Associazione italiana Ospedalità privata, Mauro Casamatta; Ferdinando Gioia del Cnec, il Centro nazionale economi di comunità che solo nel Lazio raccoglie 1200 iscritti; il presidente dell'Ada - Associazione per i diritti degli anziani, Francesco Saverio Cristella; il presidente di Unindustria Sanità delle provincie di Roma, Frosinone, Rieti e Viterbo, Riccardo Fatarella; il rappresentante dell'Associazione malati di reni, Roberto Costanzi; il direttore generale di Assohandicap, Claudio Dell'Anno.

Tutti gli intervenuti hanno manifestato apprezzamento nei confronti della proposta di legge che, una volta attuata, consentirà agli operatori del settore e ai cittadini di dialogare con i due comparti, quello sanitario e quello sociale, come se fosse un unico interlocutore, usando una sola lingua.

"Nel Lazio ci sono 55 distretti sociosanitari: è impensabile erogare servizi in 55 modi diversi", ha dichiarato l'assessore Forte durante l'audizione. La legge in esame deve fare i conti con la recente manovra del governo e con quelle che verranno, ma anche alla progressiva riduzione dei fondi per il sociale degli ultimi anni. "Il fondo nazionale per le politiche sociali è passato da un miliardo e mezzo del 2007 a meno di duecentomilioni di euro di quest'anno", ha ricordato durante l'audizione, l'assessore Forte, il quale ha sottolineato le difficoltà di chi si trova a governare in un momento di forti tagli alla spesa pubblica. "Quando avremo il quadro complessivo dei tagli, credo che dovremo fare delle scelte drastiche - ha concluso Forte -, ma non possiamo non razionalizzare il sistema con le poche risorse che abbiamo a disposizione".

Comunicato ufficiale dal sito della Regione Lazio.

leggi la bozza non corretta dell'intervento dell'associazione PDF

 

 

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9 SETTEMBRE 2011:  UN PROGETTO PILOTA INCENTIVA I TRAPIANTATI A FARE SPORT

 

la dottoressa Patrizia Burra

da Il Mattino di Padova

Non è il rigetto a uccidere i pazienti trapiantati, ma gli stili di vita sbagliati: fumo, alcol e, soprattutto, sedentarietà. Se il rigetto cronico, che porta alla necessità di espiantare l'organo, colpisce il 5% dei pazienti, le malattie cardiovascolari colpiscono il 9% a cinque anni dal trapianto e il 5 a dieci anni, portando in molti casi alla morte. Sono i dati presentati da Patrizia Burra, direttore dell'Unità di trapianto multiviscerale dell'Università di Padova, nel corso dell'Esot, il congresso europeo sui trapianti d'organo a Glasgow. "Ormai - spiega Burra - di rigetto non si muore, e i farmaci ci consentono di abbassare di molto anche il rischio di rigetto cronico, che pregiudica il trapianto. Il vero nemico per i trapiantati è psicologico: si esce dalla fase acuta, ci si considera dei sopravvissuti, e spesso ci si lascia andare a livello fisico, ingrassando, bevendo e fumando. Abbiamo in particolare tre categorie a rischio: gli adolescenti, che non rispettano le regole e non si curano abbastanza, quelli a 15-20 anni dal trapianto che ormai pensano di avercela fatta e le donne che riprendono subito la vita in famiglia. Noi dobbiamo dire a questi pazienti che è un peccato mortale lasciarsi andare e rischiare di morire d'infarto solo per stili di vita sbagliati dopo aver ricevuto un dono tanto prezioso come un organo. Devono rimettersi in gioco, tornare a lavorare, e soprattutto fare molto sport". Per questo, ha annunciato Burra, il Centro nazionale trapianti "ha lanciato un progetto con Emilia Romagna e Veneto come regioni pilota, in cui lo sport viene prescritto ai trapiantati come fosse una terapia. Divideremo i pazienti in due gruppi, e tra un anno vedremo nei numeri i giovamenti avuti dal gruppo che ha praticato sport regolare, seguito da uno staff di medici sportivi". Da sanitanews.it

 

 

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2 SETTEMBRE 2011: RENATO SPONZILLI DIRETTORE GENERALE DELLA ASL DI LATINA “LA DIALISI RESTA A FORMIA”

 

Renato Sponzilli Direttore Generale della ASL di Latina vuole tranquillizzare tutti. Questa mattina si è tenuto l’incontro tra la Direzione Generale della ASL di Latina con Gianna Sangiorgi, segretaria provinciale di Cittadinanzattiva e Roberto Costanzi segretario dell’Associazione Malati di Reni. “La proposta di spostare la dialisi dall'ospedale di Formia al presidio di Gaeta era nata con l’intento di migliorare il servizio realizzando una nuova struttura all’avanguardia. Le osservazioni e le problematiche portate dalle Associazioni ci hanno fatto riflettere sull’importanza di mantenere integra la nefrologia con il centro di emodialisi nell’ospedale di Formia e quindi sull’inefficacia della proposta.” – Continua Sponzilli – “ Per poter migliorare l'operatività ragioneremo per razionalizzare meglio gli spazi all’interno dell’Ospedale di Formia”. Roberto Costanzi e Gianna Sangiorgi nel prendere atto della dichiarazione del Direttore Generale che chiude la vicenda, si augurano che per il futuro ci siano più informazioni dirette da parte della direzione, al fine di poter contribuire nelle scelte ed evitare quanto accaduto in queste settimane.

 

 

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16 AGOSTO 2011: IL FUTURO INCERTO DELLA NEFROLOGIA ALL'OSPEDALE DI FORMIA, LA DIALISI SPOSTATA AL PRESIDIO DI GAETA CHE SIGNIFICA?

 

 

 

Aggiornamento del 1 settembre: Il Sindaco di Formia Michele Forte incontra i vertici della ASL, tra le altre problematiche discusse, il sindaco ribadisce che la dialisi deve rimanere a Formia. Prendiamo atto della dichiarazione, supponendo che si riferisse alla intera Unità Operativa Complessa di nefrologia e ne faremo buon uso. Perché resta comunque da conoscerne il futuro, per questo siamo nella attesa degli incontri istituzionali richiesti.

Aggiornamento del 27 agosto: Il Sindaco di Gaeta Antonio Raimondi interviene sulle proposte per l’utilizzo dell’ex ospedale Monsignor Di Liegro, riconvertito in presidio territoriale.

Per quanto riguarda la proposta di trasferire la dialisi dall’ospedale di Formia a Gaeta, il Sindaco dichiara: “questa deve stare in una struttura attrezzata per eventuali emergenze, portare questo reparto da Formia, dove funziona bene, a Gaeta non consentirebbe di mantenere un accettabile livello di assistenza e sicurezza dei pazienti”.

Prendiamo atto della dichiarazione, supponendo che si riferisse alla intera Unità Operativa Complessa di nefrologia e ne faremo buon uso. Perché resta comunque da conoscerne il futuro, per questo siamo nella attesa degli incontri istituzionali richiesti.

 

Neanche a Ferragosto, si sta tranquilli, un articolo apparso su Latina Oggi con i commenti sul vecchio progetto di trasferimento della dialisi a Formia a Gaeta, riapre la discussione come se il problema fosse nato oggi. L'intervento dell'associazione sul quotidiano Latina Oggi, ripercorre la storia e si interroga sul futuro verificato che, sembra nessuno lo conosca.

(scarica l'articolo in formato PDF)

 

 

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17 LUGLIO 2011: PALERMO 10 ANNI FA IL PRIMO TRAPIANTO DI RENE IN ITALIA SU UNA PERSONA SIEROPOSITIVA

 

Da ANSA.IT 17 luglio 2011 di Adele Lapertosa

ROMA - Per uno a cui non avevano dato altre speranze se non quella di una vita fatta di dialisi, Paolo ne ha fatta parecchia di strada, alla faccia dei tanti pregiudizi con cui si è dovuto scontrare. A 10 anni esatti dal suo trapianto di rene, il primo fatto su una persona sieropositiva in Italia, Paolo è oggi un uomo in piena salute, che fa una vita normalissima e che adora il mare e la pesca subacquea. Tanto che per riuscire a intervistarlo abbiamo dovuto aspettare che tornasse dalla sua gita in pattino al mare.

Oggi è dunque una giornata importante per lui e anche per Ignazio Marino, attuale presidente della commissione d'inchiesta del Senato sul Ssn, ma nel 2001 direttore dell'Ismett (Istituto Mediterraneo Trapianti di Palermo) e chirurgo che eseguì l'intervento, suscitando critiche e una lettera di censura dall'ex ministro della Salute, Girolamo Sirchia, e dal direttore del Centro nazionale trapianti, Alessandro Nanni Costa, secondo cui la letteratura scientifica trapiantologica sull'argomento metteva in dubbio l'opportunità di praticare in un paziente sieropositivo un trapianto che non fosse ''salvavita, menzionando il trapianto di rene come intervento da cui astenersi''. ''Pensavo di non avere più speranza, di essere ormai condannato - ricorda Paolo - Dopo 5 anni di dialisi non ce la facevo più''. Ma navigando su internet Paolo scoprì che negli Stati Uniti alcuni sieropositivi erano già stati trapiantati. ''Tutti i medici mi dicevano però che un trapianto era una pazzia. Che era impensabile far prendere immunosopressori a una persona già immunodepressa. Tentai anche all'Ismett - continua - e Marino mi rispose quasi subito. Quando mi disse che ero un buon candidato per quell'intervento provai una gioia immensa. Mi parlò con grande tranquillità, trasmettendomi sicurezza, umanità e professionalità. Nonostante i pareri contrari di tutti gli altri, io scelsi di fidarmi di lui e lui di me''. Prima del trapianto di rene da vivente, ricevuto da suo padre, Paolo fu comunque sottoposto a controlli continui per sette mesi. Il resto è storia. ''Sono stato in ospedale appena 10 giorni - prosegue - ed è andato tutto benissimo. Non ho avuto complicazioni ne’ problemi di alcun tipo, ne' allora, ne' in tutti questi 10 anni. Se non lo sapessi, è come se non avessi fatto nulla''. E sì, perché nonostante 10 anni di farmaci immunosopressori e 20 di terapia antiretrovirale, gli ultimi esami di Paolo dicono che ha zero molecole di Hiv in circolo nel sangue, che i suoi anticorpi sono tornati a livelli normali e la sua terapia antiretrovirale gli è stata dimezzata. ''Spero che la mia storia - conclude Paolo - possa dare una speranza a chi si trova nella mia situazione di 10 anni fa''.

Auguri Paolo

 

 

 

 

21 MAGGIO 2011: REGIONE LAZIO: ISTITUITA COMMISSIONE REGIONALE AUDIT PER TRAPIANTI, E FINANZIATA L'AGENZIA REGIONALE PER I TRAPIANTI

 

(ASCA) - Roma, 21 mag - Istituzione di una Commissione regionale Audit per i trapianti e il finanziamento di quasi 4 milioni di euro, per il 2011, per le attività dell'Agenzia regionale per i trapianti. Sono i due provvedimenti approvati nel corso dell'ultima seduta dalla Giunta regionale del Lazio (20 maggio ndr), presieduta da Renata Polverini, su proposta dell'Assessorato alla Salute. Attraverso la Commissione regionale Audit (delibera 225 del 20/5/2011 ndr), composta da dirigenti, tecnici regionali e membri esterni alla rete trapiantologica locale, la Regione intende promuovere e avviare verifiche e controlli sulla qualità, i risultati e la sicurezza delle attività di trapianto presso tutti i centri autorizzati. In particolare, la commissione regionale Audit valuterà per ogni centro di trapianto, a partire dall'anno in corso e con cadenza biennale, le caratteristiche tecniche della struttura chirurgica, la composizione delle equipe. Inoltre dovrà valutare la gestione e i percorsi per l'iscrizione dei pazienti in lista d'attesa. Saranno gli stessi Centri regionali trapianti ad organizzare gli Audit per le diverse tipologie di trapianto (rene, fegato, cuore, polmone). La Giunta regionale ha inoltre approvato il finanziamento di 3 milioni 972 mila euro (delibera 226 del 20/5/2011 ndr) a sostegno delle attività, per l'anno in corso, dell'Agenzia regionale per i trapianti e le patologie connesse. com/mpd (Asca) (scarica la delibera 225) (scarica la delibera 226)

 

19 APRILE 2011: ALIMENTI APROTEICI LA SENATRICE GARAVAGLIA PRESENTA UNA INTERROGAZIONE

 

Atto Senato della Repubblica n. 3-02081 Pubblicato il 13 aprile 2011 Seduta n. 54

presentato da MARIAPIA GARAVAGLIA

Al Ministro della salute.

Premesso che:

la dieta aproteica è da considerasi uno strumento irrinunciabile nella terapia conservativa della insufficienza renale cronica (IRC) e rappresenta per i pazienti affetti da tale patologia un vero e proprio salvavita;

tale dieta, infatti, non solo si affianca agli altri trattamenti nel rallentare la progressione della patologia renale stessa, ma costituisce il cardine per il controllo dei sintomi uremici e della complicanze metaboliche proprie di questa malattia e potenzia l'effetto della terapia farmacologica;

nonostante le evidenze clinico-scientifiche riferibili all'effetto positivo che i prodotti aproteici hanno sul paziente a tutt'oggi tali prodotti non sono stati inclusi nei livelli essenziali di assistenza (LEA) e sono rimborsati dalle Regioni e, pertanto soggetti alla loro discrezionalità;

la Regione Lazio a dicembre 2009 aveva sospeso l'erogazione gratuita dei prodotti aproteici ma, resasi conto del grave errore, l'ha ripristinata a partire dal febbraio 2010;

nel maggio 2010 la Regione Campania, nell'ambito di un piano di rientro, ha previsto la sospensione dell'erogazione da parte del servizio sanitario nazionale ai pazienti con insufficienza renale cronica;

avverso tale decisione l'Associazione nefropatici emodializzati e trapiantati dalla Regione Campania (ANERC) ed alcuni pazienti nefropatici hanno presentato ricorso al tribunale amministrativo regionale;

con ordinanza n. 1645 del 29 luglio 2010, il tribunale amministrativo regionale di Napoli ha accolto la richiesta di sospensiva degli effetti del decreto commissariale n. 17 del 24 marzo 2010 avente ad oggetto la sospensione dell'erogazione a carico del servizio sanitario regionale dei prodotti dietetici ai pazienti con insufficienza renale cronica, precisando che "il decreto, nel revocare il beneficio, non ha tenuto conto dei pazienti meno abbienti, rischiando per ciò stesso di cagionare un danno grave ed irreparabile";

considerato, inoltre, che:

il mancato utilizzo della dieta ipoproteica e il conseguente maggiore ricorso alla dialisi da parte di pazienti con insufficienza renale cronica determina un possibile ulteriore aumento della spesa sanitaria per trattamenti terapeutici a carico del servizio sanitario regionale;

la sospensione dell'erogazione gratuita dei prodotti ipoproteici da parte della Regione Campania e, in generale, il mancato inserimento di tali prodotti terapeutici nei LEA da parte del Governo, oltre ad essere gravemente lesivo del diritto alla salute dei cittadini affetti da tale grave patologia, determina un possibile consequenziale aggravio della spesa per trattamenti terapeutici a carico del servizio sanitario regionale,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di quanto si sta verificando in Campania a danno dei pazienti affetti da insufficienza renale cronica e quali urgenti iniziative intenda adottare, nell'ambito delle proprie competenze, affinché a tali pazienti vengano erogati con la massima urgenza gli alimenti ipoproteici indispensabili per la loro sopravvivenza;

se, al fine di garantire il diritto alla salute dei suddetti pazienti, non ritenga inoltre necessario provvedere con la massima urgenza all'inclusione dei prodotti dietetici per pazienti con insufficienza renale cronica tra i livelli essenziali di assistenza.

(scarica l'interrogazione tratta dal sito del Senato della Repubblica)

 

12 APRILE 2011: 'PIZZO' A TRAPIANTATI, ARRESTATO DIRIGENTE ASL ROMA C

 

Lo hanno arrestato proprio mentre intascava, negli uffici della Asl Roma C, la prima tranche di una mazzetta chiesta ad un trapiantato di cuore. In manette è finito C.R., 55 anni, un funzionario dell'Asl. Gli uomini del nucleo operativo dei carabinieri, coordinati dal pm Sergio Colaiocco, sono intervenuti questa mattina: l'arrestato aveva chiesto una tangente sui rimborsi destinati ai pazienti che si sottopongono ad interventi di trapianto (previsti dalla legge regionale 41/2002 ndr). In particolare la vittima che si era sottoposto ad un trapianto di cuore all'ospedale Sant'Orsola di Bologna, doveva ricevere dalla sua Asl di appartenenza, così come stabilisce la legge, un rimborso di circa 7.700 euro per le spese dell'intervento. Il funzionario dell'azienda sanitaria, arrestato per il reato di tentata concussione, aveva imposto il pagamento di una mazzetta di circa 2.500 euro dietro la garanzia di un suo "interessamento a sveltire la pratica per il rimborso". Secondo gli inquirenti, che hanno effettuato anche il sequestro di documenti all'interno della Asl, questa era una pratica che andava avanti da anni. Sarebbero, infatti, parecchie decine i casi sotto osservazione: nei prossimi giorni potrebbero essere ascoltati in procura anche i vertici dell'Azienda sanitaria locale. (new tratta da ANSA.IT 12 aprile 2011, 13:36)

 

25 MARZO 2011: TRAPIANTI, L'ON. LUCIANA PEDOTO PRESENTA UNA INTERROGAZIONE IN COMMISSIONE AFFARI SOCIALI DELLA CAMERA

 

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-04417

presentata da

LUCIANA PEDOTO

mercoledì 23 marzo 2011, seduta n.451

 

firmatari: PEDOTO, FONTANELLI, LENZI, D'INCECCO e GRASSI.

 

Al Ministro della salute.

- Per sapere - premesso che:

il Centro nazionale trapianti ha pubblicato i dati relativi al 2010, in base ai quali, si è registrato un calo dei trapianti di oltre il 9 per cento;

sembrerebbe emergere, una mancanza di organizzazione sul territorio: infatti dall'approvazione della legge n. 91 del 1999 sono state create le strutture, nazionali, interregionali, regionali e locali per poter segnalare i potenziali donatori di organi, ma non sono state sviluppate adeguatamente le rianimazioni;

si registra altresì una diminuzione del 6,2 per cento dei donatori effettivamente utilizzati, in ragione della modificazione epidemiologica nelle rianimazioni, con una diminuzione delle morti di pazienti celebrolesi o dei decessi al di sotto dei 40 anni, con conseguenze particolari su alcune patologie;

inoltre, il taglio dei finanziamenti colpisce anche la campagna ministeriale per la sensibilizzazione alla donazione degli organi, che ogni anno vede ridotto il finanziamento;

in Italia la cultura della donazione ha avuto ottimi risultati, con una percentuale di opposizioni alla donazione che ruota ancora intorno al 30 per cento, ma nel 2010 si è registrato un incremento al 31,5 per cento -:

quali iniziative il Governo intenda intraprendere al fine di scongiurare che la carenza dei centri di rianimazione e gli andamenti nella disponibilità alla donazione possano minare alla base quanto raggiunto in termini di efficienza e efficacia del nostro sistema trapianti.(5-04417)

(scarica l'interrogazione tratta dal sito della Camera dei Deputati)

(i dati sui trapianti)

 

22 MARZO 2011: APROTEICI CAMPANIA, IL TAR ANNULLA NUOVAMENTE IN DECRETO DELLA REGIONE CHE NE SOSPENDE L'EROGAZIONE

 

Continua a dare sorprese la vicenda della sospensione degli alimenti aproteici da parte della Regione Campania. Brevemente la storia con il decreto 17 del 24 marzo 2010 con il quale il Commissario ad Acta per la sanità sospendeva l'erogazione dei prodotti, l'ANERC, supportata dal Forum Nazionale e Cittadinanzattiva Campania ottennero con il ricorso al TAR della Campania, ordinanza del 29 luglio l'annullamento del decreto. La Regione Campania inoltrò ricorso al Consiglio di Stato che con l'ordinanza del 24 novembre annullò l'ordinanza del TAR e quindi ripristinò il decreto della Regione. Ora il TAR della Campania è entrato nel merito del decreto con la sentenza del 18 marzo scorso annullando nuovamente il decreto. Nel deliberato della sentenza si legge tra l'altro che il risultato ottenuto dal decreto (l’azzeramento improvviso di qualsivoglia contributo del SSN) presenta modalità di attuazioni dell’intervento evidentemente lesive dell’affidamento ingenerato ne pazienti affetti da Insufficienza Renale Cronica, che sono costretti a passare improvvisamente ed istantaneamente da un regime di esenzione totale ad un regime di contribuzione piena. Tale repentino mutamento di regime, in virtù della scarna motivazione a supporto dello stesso, ovvero, il costo dell'erogazione, non tiene neanche conto dei benefici economici indiretti che una eventuale contribuzione della regione all’erogazione di prodotti aproteici può determinare a valle mediante la riduzione o il procrastinamento dei trattamenti ospedalieri (dialisi, degenze, trapianti e simili). Insomma il costo dell'operazione è superiore al beneficio. Ora è da aspettarsi un ulteriore ricorso della Regione Campania, certamente però oggi registriamo un successo delle associazioni che si stanno adoperando in Campania.

(scarica la sentenza)

 

18 MARZO 2011: TRAPIANTI NEL 2010 SONO DIMINUITI DEL 9,1 PER CENTO, STABILI LE OPPOSIZIONI

 

Donatori più anziani, meno decessi per cerebrolesioni nelle rianimazioni e una sostanziale stabilità dei "no" a donare. Sono questi gli elementi alla base del calo del 9,1% dei trapianti realizzati in Italia, dai 3.163 del 2009 ai 2.874 del 2010. La flessione è registrata dal Report annuale del Centro nazionale trapianti (Cnt), che viene anticipato nel numero in distribuzione da oggi del settimanale «Il Sole 24 Ore Sanità». La buona notizia, in sintesi, è che sempre meno giovani muoiono per trauma; la cattiva è che ci sono sempre meno organi trapiantabili disponibili nelle rianimazioni, primo anello nella catena del processo di donazione. «Il punto - spiega Alessandro Nanni Costa, direttore del Cnt - è che negli ultimi anni si sta modificando l'epidemiologia nelle rianimazioni: diminuiscono dell'8,7% le morti di pazienti cerebrolesi e, in generale, calano del 14,9% i decessi al di sotto dei 40 anni». Ciò significa che i potenziali donatori sono sempre di meno e sempre più anziani, con tutto ciò che questo comporta in termini di reale possibilità di impiego dell'organo: i donatori effettivamente utilizzati sono il 6,2% in meno rispetto al 2009. Eppure, tengono a precisare dal Cnt, la qualità del sistema tiene. «La rete nazionale trapianti è stata in grado di contenere l'impatto della minore disponibilità di organi limitando all'1% la riduzione degli accertamenti di morte cerebrale. Una popolazione di donatori potenziali più ristretti, insomma, è stata trattata in modo più efficiente». Resta il fatto che la diminuzione di organi disponibili, combinata con le opposizioni a donare (cresciute dal 30,4 del 2009 al 31,5% del 2010), rende critica la possibilità di sviluppo del sistema ed esige contromosse. A partire da un'analisi di processo, già in atto, che dovrà investire le rianimazioni italiane per aumentare gli accertamenti di morte cerebrale. Il secondo obiettivo è contrastare il rifiuto a donare. Con campagne di comunicazione ai cittadini ma soprattutto con la formazione adeguata del personale che, nelle rianimazioni, è deputato a interagire con le famiglie dei potenziali donatori. Quello delle opposizioni è un problema comune a tutta l'Europa: la Spagna, prima nella Ue per numero di interventi, ha la stessa difficoltà dell'Italia a superare il muro delle opposizioni. Vanno poi sviluppati programmi che sfruttino al massimo le potenzialità dei donatori anziani, la cui età media è passata da 50 a 55 anni. Un dato che spiegherebbe il crollo dei trapianti di cuore - organo per cui 55 anni sono proprio l'età limite di trapiantabilità - da 355 a 273 interventi tra 2009 e 2010. Altra risorsa cui guardare sono i trapianti di rene da vivente, cui si sta lavorando particolarmente a Padova e a Bologna. C'è poi un ampio bacino cui attingere: le grandi regioni del Sud, che stanno progressivamente riducendo l'ampia forbice che le separa dalle migliori performance realizzate al centro-nord (in Toscana come in Piemonte). Lazio, Sicilia e Campania sono le realtà su cui il Centro nazionale trapianti mira a investire maggiormente in termini di implementazione di standard di attività e di efficienza. (di Barbara Gobbi da Il Sole -24 Ore 15 marzo 2011) (scarica il report 2010)

 

8 MARZO 2011: CASSAZIONE SENTENZA 8254 DELLA QUARTA SEZIONE PENALE, NO A LOGICHE MERCANTILI E A DIMISSIONI RAPIDE NEGLI OSPEDALI

 

Annullata l'assoluzione di un medico dall'accusa di omicidio colposo: «I criteri di economicità non possono prevalere sul diritto alla salute dei cittadini»

MILANO - La volontà di contenere la spesa sanitaria non può prevalere sul diritto alla salute dei cittadini e le dimissioni dei pazienti dagli ospedali devono essere decise solo in base a valutazioni di ordine medico. È quando sottolinea la Cassazione nella sentenza 8254 della quarta sezione penale con cui ha annullato l'assoluzione di un medico dall'accusa di omicidio colposo di un paziente dimesso dopo 9 giorni da un intervento cardiaco, secondo le linee guida in uso nella struttura sanitaria.

NO SALVACONDOTTO - Se le linee guida in uso negli ospedali «dovessero rispondere solo a logiche mercantili», il rispetto delle stesse «a scapito dell'ammalato, non potrebbe costituire per il medico una sorta di salvacondotto, capace di metterlo al riparo da qualsiasi responsabilità, penale e civile, o anche solo morale» scrivono i giudici, aggiungendo che «sul rispetto di quelle logiche non può innestarsi un comportamento virtuoso del medico che, secondo scienza e coscienza, assuma le decisioni più opportune a tutela della salute del paziente». Secondo la Cassazione le linee guida possono «legittimamente essere ispirate anche a logiche di economicità di gestione purché non siano in contrasto con le conclamate esigenze di cura del paziente».

IL RICORSO - Con questa decisione la quarta sezione penale ha accolto il ricorso dei familiari del paziente deceduto per essere stato dimesso troppo frettolosamente, contro l'assoluzione di un medico dell'ospedale di Busto Arsizio. Lì il paziente era stato ricoverato il 9 giugno 2004 per infarto al miocardio. Sottoposto ad angioplastica con applicazione di uno stent medicato, è stato dimesso dopo 9 giorni, il 18 giugno, dal momento che risultava «asintomatico e stabilizzato». Quella stessa notte l'uomo ebbe un nuovo scompenso e arrivò in ospedale quando era già in arresto cardiocircolatorio. Se non fosse stato dimesso, ha accertato la perizia legale, sarebbe sopravvissuto grazie alle cure che avrebbe ricevuto in reparto. In primo grado il medico che firmò le dimissioni venne condannato a 8 mesi di reclusione e a risarcire i danni morali ai familiari. In appello invece fu assolto «perché il fatto non costituisce reato» in quanto il medico aveva seguito le linee guida in tema di dimissioni. Una tesi non condivisa dalla Cassazione che ha accolto il reclamo della Procura della Corte d'Appello di Milano e dei familiari. I supremi giudici criticano le linee guida obiettando che «nulla si conosce dei loro contenuti, né dell'autorità dalle quali provengono, né del loro livello di scientificità, né delle finalità che con esse si intende perseguire, né è dato di conoscere se rappresentino un'ulteriore garanzia per il paziente o se altro non sono che uno strumento per garantire l'economicità della gestione della struttura ospedaliera».

NUOVO PROCESSO - «A nessuno - prosegue la Cassazione - è consentito anteporre la logica economica alla logica della tutela della salute, né diramare direttive che, nel rispetto della prima, pongano in secondo piano le esigenze dell'ammalato». Inoltre i supremi giudici ricordano ai medici che prima di tutto devono rispondere al loro codice deontologico in base al quale hanno il dovere «di anteporre la salute del malato a qualsiasi altra diversa esigenza» e, pertanto, non sono tenuti «al rispetto di quelle direttive laddove esse siano in contrasto con le esigenze di cura del paziente, e non possono andare esenti da colpa ove se ne lascino condizionare, rinunciando al proprio compito e degradando la propria professionalità e la propria missione a livello ragionieristico». Adesso per il medico in questione si apre quindi un nuovo processo. Il paziente, oltre ad essere stato colpito da infarto, aveva un quadro clinico che consigliava prudenza in quanto era un fumatore obeso: per questo probabilmente non rientrava nei criteri statistici delle linee guida.

(Corrieredellasera.it 03/03/2011) (scarica la sentenza pubblicata dal sole24ore.it)

 

17 FEBBRAIO 2011: DOCUMENTO DELLA CONFERENZA DELLE REGIONI SULLA RETE DEI TRAPIANTI: TUTTO L'OSPEDALE DEVE ESSERE COINVOLTO NEL PROCESSO DONAZIONE TRAPIANTO

La Conferenza delle Regioni, nella riunione del 10 febbraio scorso ha approvato un documento in merito alla rete nazionale per i trapianti che contiene alcune novità per quanto riguarda l’articolazione regionale e locale della rete. In particolare si prevedono apposite convenzioni tra i Centri interregionali e il Centro nazionale trapianti, nonché la possibilità di maggiore collaborazione tra i Centri regionali e il Centro nazionale. Ma la novità più importante è quella prevista per il quarto livello della rete, quello dei “coordinamenti locali”. Per questi il documento prevede che va realizzata “una completa integrazione con l'intera struttura ospedaliera dove opera”. “In tale contesto si inseriscono a pieno titolo non solo le unità operative e le strutture più di frequente direttamente impegnate (rianimazione, e/o reparti neuro traumatologia o neurochirurgia), ma anche quelle che a vario titolo concorrono alle attività di prelievo (servizio di medicina legale, neurologia, anatomia-patologica, radiologia, laboratori, direzione sanitarie). Per le mutate caratteristiche epidemiologiche e per l'introduzione di nuove tecniche terapeutiche, il campo di applicazione del coordinamento ospedaliero è destinato a investire anche unità operative fino ad ora non coinvolte nell'identificazione del potenziale donatore e nella definizione dell'idoneità alla donazione. L'intera struttura aziendale deve quindi intendersi implicata a pieno titolo e con piena disponibilità nel processo di donazione / trapianto”. “Per tutti i livelli della Rete – infine continua il documento - va previsto lo sviluppo, il completamento e manutenzione del sistema informativo trapianti (SIT) per la registrazione puntuale di tutte le fasi del processo anche per garantire adeguati livelli di sicurezza, tracciabilità e trasparenza delle attività”. (scarica il documento)

 

6 FEBBRAIO 2011: DONAZIONE DI ORGANI, DOPO ELEZIONE E PAPA RATZINGER CANCELLATO DALLA LISTA DEI DONATORI

 

La notizia ha fatto il giro del mondo e non poteva essere diversamente dato che riguarda Joseph Ratzinger e la sua volontà di donare i suoi gli organi.

l'antefatto: siano nel 1999 l’allora cardinale Ratzinger dichiara pubblicamente che è iscritto ad una associazione di donatori di organi (in Germania), considerando la donazione per i trapianti un "atto gratuito di affetto, di disponibilità". "Donare gli organi per i trapianti, spontaneamente, in piena coscienza e in piena consapevolezza, - disse in quell'occasione - significa dar vita ad un vero, profondo atto d'amore verso il prossimo". In Italia la notizia viene riportata in un articolo di Repubblica del 4/2/1999 di Orazio La Rocca, che noi Associazione Malati di Reni abbiamo riproposto nel nostro sito e riportiamo sempre come esempio da seguire, nelle manifestazioni per sensibilizzare la donazione degli organi.

Il fatto: da tempo in Germania il dottor Gero Winkelmann, medico di Unterhaching, (vicino Monaco di Baviera) ha avuto la stessa idea per sensibilizzare la donazione, parlare della volontà del Papa. Ma evidentemente il Dottor Winkelmann fa notizia, e da oltre Tevere ha prima ricevuto richieste di fermarsi, vista l’insistenza ha ricevuto una lettera del Segretario personale del Papa, don Georg Gaenswein il quale – ricorda a tutti - che: "Se è vero che il Papa possiede una carta di donazione di organi è vero anche, contrariamente ad alcune affermazione pubbliche, che con l'elezione del cardinale Ratzinger a capo della chiesa cattolica, ipso facto essa è decaduta". La dottrina della Chiesa Cattolica prevede infatti, che alla morte, il corpo del Pontefice debba essere sepolto integro e quindi di fatto risulterebbe impossibile la donazione di organi. Questo perché “Se gli organi papali fossero donati, nel caso della sua eventuale santificazione diventerebbero reliquie presenti nei corpi di altre persone”. Questo non significa che la chiesa abbia fatto passi indietro per la donazione degli organi, 3 interventi di 3 papi ne hanno sancito la dottrina, ma certamente, nel rispetto dovuto, qualche riflessione è dovuta.

 

4 FEBBRAIO 2011: AVVIATO CON SUCCESSO IL PROGRAMMA DI TRAPIANTO DI RENE IN PAZIENTI DI DIFFICILE TRAPIANTABILITA’ (IPERIMMUNIZZATI)

 

 “La rete nazionale dei trapianti ha dato il via al programma nazionale di trapianto di rene in pazienti di difficile trapiantabilità (iperimmunizzati) e già, nel corso della notte del primo febbraio, sono stati realizzati due trapianti di rene in pazienti che attendevano da più di 10 anni e che presentavano importanti problematiche immunologiche”, riferisce il Prof. Renzo Pretagostini, responsabile dell’OCST (Organizzazione Centro Sud Trapianti). Un primo rene, prelevato a Napoli, è stato trapiantato a Bologna in un ricevente di 47 anni ed il secondo rene, prelevato a Trento, è stato trapiantato a Modena in un ricevente di 56 anni. Il programma, fortemente voluto dal Centro Nazionale Trapianti, rappresenta un concreto passo in avanti nella risposta terapeutica offerta ai pazienti con elevatissime problematiche immunologiche e per questo in attesa da molti anni. La gestione del programma è possibile attraverso il concorso e l’operatività dei tre Centri Interregionali AIRT (Associazione InterRegionale dei Trapianti), NIT (Nord Italia Transplant) e OCST, che avvalendosi della collaborazione dei Centri Regionali possono selezionare, su scala nazionale, gli organi compatibili da proporre a pazienti di difficile trapiantabilità.

Un'ulteriore particolarità per questi trapianti, sicuramente casuale, sta nel fatto che, per la prima volta, l’organo è stato trasportato da un FRECCIAROSSA grazie alla disponibilità di Trenitalia s.p.a. di Ferrovie delle Stato. Non era mai successo fino ad oggi che la ferrovia venisse utilizzata per il trasporto di organi destinati a un trapianto. Ora la velocità del treno può indurre gli operatori a scegliere questa modalità e ad abbandonare in qualche caso l’aereo, soprattutto quando le condizioni del tempo favoriscono il trasporto su ferro, e presumibilmente si otterranno dei risparmi di spesa.

New tratta da: ufficio Stampa e Comunicazione Interna Azienda Policlinico Umberto I Roma e FERPRESS 2 febbraio 2011

 

25 GENNAIO 2011: AOSTA ELIO CECCON PERDE LA VITA DOPO UN GRAVE INCIDENTE SULLE PISTE DI CHIESA IN VALMALENCO DURANTE I CAMPIONATI INTERNAZIONALI DI SCI PER TRAPIANTATI

 

Aosta (25 gennaio) E' lutto nel mondo del volontariato valdostano. Elio Ceccon, di 48 anni di Aosta, ha perso la vita dopo un grave incidente avvenuto sulle piste di Chiesa in Valmalenco in provincia di Sondrio dove ieri, lunedì 24 gennaio, stava partecipando ai Campionati internazionali di sci per trapiantati organizzati dall’ANED (Associazione Nazionale Emodializzati). La dinamica dell'incidente non è ancora stata chiarita del tutto: mentre stava sciando sulla pista del Palu' è caduto riportando un grave trauma con un'emorragia addominale. Dopo il ricovero all'ospedale di Sondrio, le sue condizioni sono apparse immediatamente molto gravi. E' stato sottoposto ad un'operazione chirurgica urgente, ma non ce l'ha fatta. La salma dovrà ora essere sottoposta ad autopsia per poi rientrare in Valle d'Aosta dove saranno celebrati i funerali. Segretario regionale ANED della Valle d'Aosta, Elio Ceccon era molto conosciuto in Valle anche per il suo impegno nello sport. Trapianto di rene nel 1997, e da qualche mese di nuovo in dialisi, era un appassionato di bicicletta e presiedeva il gruppo sportivo Aquile della Valle d'Aosta di ciclismo. Amava comunque tutte le discipline sportive e cercava sempre, per questo motivo, di coniugare la pratica sportiva ad attività di solidarietà e beneficienza in cui era sempre impegnato con costanza. Tra queste i volontari del soccorso della Valpelline dove ha prestato l'ultimo servizio solo 10 giorni fa e un'attività costante di impegno a favore della donazione di organi e per la crescita dei trapianti in Valle d'Aosta. Elio Ceccon lascia la moglie con una figlia. I campionati sono stati annullati.

New tratta dall’articolo di Nathalie Grange da AostaSera.it, ANSA

Alla famiglia di Elio Ceccon e a tutta l’ANED le condoglianze dell’Associazione Malati di Reni.

 

24 GENNAIO 2011: VENEZIA DONA UN RENE AL FRATELLO, RESTA A CASA CONVALESCENTE E PERDE IL LAVORO

 

Venezia (23 gennaio) - Neppure una lettera da scartare e conservare tra i brutti ricordi, solo una telefonata per annunciarle: lei è licenziata, troppe assenze. Così Francesca Scarpa, una cinquantenne di Mestre, ha saputo che non le sarebbe stato rinnovato il contratto di lavoro. Tutta colpa di quel rene donato al fratello e di quell'intervento costato un mese e mezzo di malattia, come da prescrizione medica. Il regalo di una speranza di vita al fratello, più giovane di un anno, ha tolto a Francesca l'occupazione di assistente per un'anziana del Lido procuratole da un'agenzia interinale, "Obiettivo lavoro". Un contratto a termine, il quarto con cadenza di tre mesi, in scadenza il 31 dicembre. Ma il 26 novembre Francesca scopre che solo il suo rene può salvare il fratello, malato da tempo. Non ci pensa un attimo e corre all'ospedale di Padova per effettuare l'intervento. Dopo una settimana rientra a casa con la prescrizione del chirurgo di rimanere «a riposo per circa due mesi, astenendosi dagli sforzi fisici». Il medico di famiglia firma i certificati di malattia di 15 giorni in 15 giorni. Il 3 gennaio Francesca chiama l'agenzia interinale per sollecitare il rinnovo del contratto per altri tre mesi, raccontando però che ha bisogno, su precisa indicazione dei sanitari, di poter rimanere a riposo per qualche giorno. Dopo poco la notizia che gela ogni speranza della donna: il contratto non può essere rinnovato. «Non ci servi più» le dicono al telefono, senza troppe spiegazioni. Un "no" che resta inflessibilmente tale anche quando, disperata, arriva a promettere di tornare comunque al lavoro, anche con la ferita non guarita. Chiede solo di poter evitare gli sforzi particolarmente pesanti. Ma ormai la decisione è presa. «Non mi hanno rinnovato il contratto - racconta - :con una telefonata mi hanno semplicemente detto che non c'era più bisogno di me, dopo che ormai da più di un anno lavoravo per loro». Nonostante la rabbia, il pensiero della cinquantenne va anche all'anziana signora del Lido di Venezia che accudiva ogni giorno prima dell'intervento e che non potrà più rivedere. New tratta da Il Gazzettino.it

 

20 GENNAIO 201:1 DAL PARLAMENTO EUROPEO UNA NUOVA NORMATIVA SULLE CURE MEDICHE ALL’ESTERO

 

Il Parlamento Europeo ha approvato una nuova normativa che regola il diritto dei pazienti alle cure mediche in un altro Paese dell'UE, chiarisce le modalità di rimborso e i casi che richiedono un'autorizzazione preventiva. Il cittadino europeo che decide di recarsi in un altro Paese dell'UE, per viaggio, lavoro o altro, non dovrà più avere preoccupazioni in materia sanitaria. Secondo le nuove norme i cittadini dell'UE possono essere rimborsati per l'assistenza medica che ricevono in un altro Stato membro, a condizione che il trattamento e i costi sarebbero stati normalmente coperti nel loro paese. Le autorità possono esigere che i pazienti richiedano un'"autorizzazione preventiva" per i trattamenti che necessitano di un ricovero ospedaliero o di cure sanitarie specializzate. Ogni rifiuto dovrà essere giustificato secondo un elenco ristretto di motivi. Ogni Stato membro deve designare un "punto di contatto" per fornire informazioni ai pazienti interessati alla ricerca di cure all'estero e per fornire assistenza in caso di problemi. La ricerca di cure sanitarie all'estero potrebbe avvantaggiare soprattutto i pazienti inseriti in lunghe liste d'attesa, o quelli che non sono in grado di trovare cure specialistiche. Attualmente, l'1% dei bilanci sanitari degli Stati membri viene impiegato in cure sanitarie transfrontaliere. Le norme riguardano solo coloro i quali scelgono di farsi curare all'estero. La tessera europea di assicurazione malattia continuerà a restare valida per i cittadini che necessitano di trattamento urgente quando si recano in visita un altro paese dell'UE. I deputati hanno anche rafforzato le disposizioni per la cooperazione in materia di malattie rare. La relazione legislativa è stata preparata dalla deputata popolare francese Françoise Grossetête, che ha commentato: "I pazienti non saranno più lasciati soli quando cercano cure sanitarie all'estero e l'ottenimento del loro rimborso. Questa direttiva, finalmente, farà luce sui diritti dei pazienti, fino ad ora molto aleatori". Il testo approvato è il risultato di un accordo raggiunto con il Consiglio, che deve ancora dare la sua approvazione formale; dopo di che, gli Stati membri avranno 30 mesi di tempo per apportare le necessarie modifiche alla loro legislazione nazionale. New tratta da Sanitanews.it: giornale del 20/01/2011

 

6 GENNAIO 2011 DONAZIONE DEGLI ORGANI: NAPOLI CAPODANNO DI SOLIDARIETA’ E SPERANZA

 

Nello Ranella 15 anni, della frazione di San Marco Trotti di San Felice a Cancello è morto il 4 pomeriggio nell'ospedale di Caserta dove era stato ricoverato all’alba del primo giorno del 2011. I genitori hanno deciso per la donazione degli organi. Il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro li ha voluti ringraziare "Desidero esprimere, a nome mio personale e di tutta la comunità campana, la vicinanza ai familiari del ragazzo che a Capodanno ha perso la vita a causa di fuochi inesplosi. E' encomiabile la forza d'animo dei genitori che, pur nel grande dolore del terribile dramma che li ha colpiti, hanno voluto donare gli organi del figlio”.

Il fatto: Nello con gli amici del quartiere si era intrattenuto a giocare a carte a casa sua, quando intorno alle cinque del mattino hanno deciso di concludere la veglia facendo esplodere i petardi avanzati dai festeggiamenti della mezzanotte. Dopo aver salutato il padre Michele, maresciallo dell’aeronautica, la madre casalinga, ed il fratello ventenne, si è avviato nella piazza antistante la sua abitazione: piazza San Marco. Qui il gruppetto di tre coetanei si è divertito facendo esplodere qualche petardo, come la tradizione impone. Ma tra un botto e l’altro si è verificato l’incidente. Infatti gli adolescenti hanno deciso di far esplodere contemporaneamente più petardi del tipo «Zeus», accorpandoli all'interno della fontana di cemento armato situata al centro della piazza. Ma l'innesco del petardo potenziato ha subito causato l'esplosione dell'ordigno che travolto il quindicenne, mandando in frantumi la fontana, i cui pezzi lo hanno colpito violentemente alla testa. In un attimo le grida di gioia si sono trasformate in disperazione. Nello era ancora cosciente quando i medici del 118 sono giunti sul posto per prestargli soccorso. «Papà, vedi, non è niente di grave» avrebbe detto il giovane, secondo i racconti dei residenti, prima di essere trasportato d’urgenza all’ospedale di Caserta, dove è stato sottoposto ad un delicato intervento neurochirurgico. Le sue condizioni sono apparse subito gravi. Il quindicenne non si è mai risvegliato dal coma indotto dai medici con i farmaci anche se dopo le prime ore sembrava che il suo stato di salute stesse migliorando: purtroppo il suo quadro clinico è precipitato velocemente. È morto così Nello, dopo quasi quattro giorni di agonia, per una ragazzata con gli amici, una bravata dalle conseguenze micidiali. Nello non ce l’ha fatta, ma il cuore della grande rete non ha smesso di battere. La macchina della solidarietà via web, il network della preghiera e della speranza non smobilita davanti all’inevitabile. In soli tre giorni il tam tam su Facebook ha raccolto attestati di incoraggiamento anche da fuori regione. Un unico link con un’unica scritta «Nello ricordati che tu vivrai». In molti, sempre su Facebook, hanno sperato nel miracolo. Ieri, nel tardo pomeriggio i tanti post, affidati ad una pagina (tradizionalmente dedicata agli acerbi amori adolescenziali) è comparsa una scritta di grande compostezza: «Se Dio ti ha voluto raccogliere è perché forse eri il fiore più bello di questo mondo... ci mancherai».

La donazione i trapianti: ancora dal presidente della Regione Campania Caldoro "Il mio apprezzamento va a tutte le strutture che, con tempismo e grande professionalità, hanno realizzato i vari interventi". Sei persone potranno vivere grazie al gesto d'amore della famiglia di Nello. Come sottolinea Barbara Leone, responsabile dell'area Comunicazione e formazione del Centro regionale trapianti della Campania «in un momento di dolore immenso come può essere la perdita di un figlio, la famiglia ha avuto la forza di pensare al prossimo donando gli organi del loro ragazzo e così si è riaccesa la speranza per quattro pazienti campani e due pazienti romani». Il cuore, il fegato, i reni ed i polmoni sono stati trapiantati tra la notte del 4 e la mattinata del 5. Un lavoro compiuto in collaborazione da tante persone; la rianimazione di Caserta con il suo coordinatore locale, il Centro Regionale Trapianti Campania, il Centro interregionale (Organizzazione Centro Sud Trapianti OCST), i vari Centri Trapianto: il Monaldi di Napoli per il cuore, il Cardarelli di Napoli per il fegato, il S. Giovanni di Dio di Salerno per i reni. I Polmoni di Nello sono stati trasferiti all’ Umberto I di Roma dove il Prof. Giorgio Furio Coloni Direttore della UOC di Chirurgia Toracica e la sua equipe hanno eseguito il doppio trapianto di polmone ad un paziente di 29 anni di origine colombiana. Insomma, «una grande catena umana che lavora per la vita perché da un dolore così grande la famiglia ha avuto la forza di pensare agli altri».

New tratta dall’articolo di Stella Vigliotti Il mattino.it, Adnkronos e omniroma.it. Foto da Il mattino.it

 

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